martedì 23 ottobre 2007

I NOSTRI CACCIATORI I GATTI

7,5: milioni di gatti domestici in Italia. 1,3: milioni di gatti randagi in Italia. 300: Migliaia di gatti domestici abbandonati ogni anno in Italia.

Piccoli e adorabili batuffoli di pelo che fanno compagnia a milioni di persone? O feroci sterminatori che mietono vittime nel circondario attirandosi l'odio del vicinato? Insomma, come vedete i gatti?

I gatti sono degli assassini dei cacciatori che aspettano la loro preda. Sarà per via del loro istinto primordiale che puntualmente si rimette in moto, ma, secondo la Mammal society (un'associazione zoologica britannica), gli 8 milioni di gatti domestici - più 1 milione di gatti randagi - presenti sul suolo britannico uccidono ogni anno oltre 300 milioni di uccelli e mammiferi. Uno a testa ogni dieci giorni.

Con tutte le minacce che già gravano sulla fauna selvatica (espansione delle città, uso di pesticidi e diserbanti, traffico e cambiamenti climatici), gli uccelli non hanno certo bisogno di doversi preoccupare anche dei felini in agguato tra i cespugli.
Se considerate la densità della popolazione felina in alcune aree urbane - secondo uno studio, a Bristol ci sono 226 gatti per chilometro quadrato - è un miracolo che ci sia ancora qualche preda in circolazione su cui i gatti di città possano mettere gli artigli.
Non sorprende quindi che, come emerge da un'altra indagine della Mammal society (nonostante il nome non sembra esattamente un'associazione di amanti dei felini) i gatti sono secondi solo ai topi tra i visitatori indesiderati dei giardini altrui. Perfino le volpi sono due volte più gradite dei gatti.

Chi ha un gatto può fare molte cose per limitare i danni prodotti dagli istinti predatori del felino. Il Feline advisory bureau (Fab) e la Società reale per la protezione degli uccelli (Rspb), una strana accoppiata, concordano che i collari per felini con un campanellino sono uno dei metodi migliori per ridurre il tasso di omicidi commessi dai gatti.
Secondo alcuni test, i gatti con questo tipo di collare catturano il 41 per cento di uccelli in meno e il 34 per cento di mammiferi in meno rispetto agli altri gatti. I collari che hanno dei dispositivi elettronici danno risultati ancora migliori.

L'Rspb raccomanda anche di mettere le mangiatoie per gli uccelli a oltre due metri di distanza dai cespugli o dalla vegetazione fitta e di sistemare i nidi lontano dalla portata dei felini.
L'ente sottolinea che in Gran Bretagna i giardini privati sono luoghi fondamentali per offrire cibo e rifugio ad alcune delle specie locali più a rischio, come il passero domestico, lo storno e l'usignolo. Dallo studio della Mammal society è emerso che le specie aviarie più frequentemente prese di mira dai felini sono, nell'ordine, il passero domestico, le cinciarelle, i merli, gli storni e i pettirossi.

Per evitare la strage di pennuti, i proprietari dei gatti possono adottare anche altre misure. Per esempio, le gattaiole consentono ai gatti di entrare e uscire da casa quando vogliono, anche nelle ore in cui gli uccelli sono più vulnerabili: un'ora dopo l'alba e un'ora prima del tramonto, quando si muovono per procacciarsi il cibo. In questi orari sarebbe il caso di tenere i felini chiusi in casa.
Ovviamente è possibile rispondere adeguatamente a queste accuse infamanti: nessun istinto animale andrebbe mai represso o soppresso. I gatti, esattamente come gli uccelli, le rane e i topi a cui danno la caccia, seguono solo il loro istinto naturale. Inoltre tendono a selezionare e a eliminare gli esemplari più deboli, contribuendo così a favorire la selezione naturale.
Tuttavia, a parte una specie di gatti selvatici che vive in Scozia, non ci sono gatti autoctoni delle isole britanniche e l'adozione di altre razze ha peggiorato le condizioni di vita della piccola fauna selvatica della regione, già sottoposta a considerevoli stress provocati dall'attività umana.
Spetta quindi ai padroni dei gatti arginare, per quanto è possibile, i danni provocati dall'istinto dei loro animali domestici.

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